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Scriviamo quello che leggiamo(?)



Sì. Fine post. 

Ok, scherzo XD



La ragione per cui mi trovo a scrivere questo articolo è che ho notato un certo cambiamento nei testi che scrivo. Non tanto nello stile, o forse anche in quello ma non riesco a giudicarlo da me, ma soprattutto nelle trame e nelle idee che mi vengono in mente. 
Fino a qualche mese fa scrivevo soprattutto storie horror, macabre, storie con elementi soprannaturali di natura oscura. Nei due racconti pubblicati nelle antologie della Delos Books, ossia in 365 Racconti horror per un anno e 365 racconti sulla fine del mondo, erano presenti dei demoni, in altri dei licantropi (che adoro *-*), in altri ancora altri mannari (come per esempio una tigre), oppure c'erano i fantasmi, o malati di mente che squartavano persone e via dicendo. Tutto questo per dire che quelli erano (e sono) il genere di libri che mi piace leggere e che preferisco. 
Ho letto anche classici della letteratura italiana ed estera e credo che quelli mi siano serviti come base per sviluppare poi i miei interessi e le mie passioni. 

Insomma, per farla breve, non ero in grado di scrivere una storia d'amore. 
Ora, so che a molti sembrerà stupido e che la maggior parte dei miei "colleghi scrittevoli" mi potrebbe suggerire tantissimi titoli di romanzi d'amore, ma quello che mi ha ispirato negli ultimi mesi sono i manga. E se avete letto alcune delle recensioni su manga e anime che ho postato, avrete notato (eheheh) che sono gli yaoi quelli che mi hanno entusiasmato di più. No, non solo per le scene di sesso LOL. Mi hanno riaperto la strada verso il romance, nonostante tutti i cliché che determinano il genere stesso che è lo yaoi. 

In pratica, negli ultimi mesi ho scritto un romanzo yaoi che devo ancora rivedere, un racconto d'amore che è arrivato secondo a un contest di Nerocafé, ossia Minuti Contati, e sto scrivendo quello che era nato come un racconto che pensavo di concludere in poche pagine e che si sta trasformando in un romanzo. Per Mondoscrittura ho scritto un noir (senza nemmeno sapere che si trattava di un noir!) ed è stato selezionato per la loro raccolta. E in tutto ciò non c'è niente, ma assolutamente niente di soprannaturale. Mi meraviglio di me stessa. 
Certo, non ho dimenticato qual è il genere che mi appassiona di più e infatti ho scritto anche altri racconti seguendo la scia iniziale del cupo e malvagio. Ma ho scritto anche un racconto con elementi soprannaturali buoni, come gli angeli. 
Pronti per essere scritti sono anche due romanzi horror: il mio famoso (lol, famoso per gli amici perché è da più di un anno che rompo le balle a furia di parlarne) Ekfahl e un romanzo dedicato interamente ai licantropi e ai mannari di diverso genere. Ho una mezza idea anche per un romanzo con i vampiri che cercherò di porre sotto, non dico una nuova luce, ma un punto di vista poco comune, anche se non del tutto nuovo. 

Leggere molto è un bene ed è indispensabile se si vuole davvero imparare a scrivere in modo decente. È la regola numero uno per ogni aspirante scrittore. 
Ritornando alla domanda iniziale: scriviamo quello che leggiamo? Secondo me la risposta non può che essere sì. Anche se leggiamo di tutto, c'è sempre un genere che ci appassiona di più o che ci ispira. E questa è la parola chiave in questo contesto: l'ispirazione. Può nascere da un singolo pensiero fugace durante la giornata, persino durante il lavoro o mentre cuciniamo, insomma non c'è un orario preciso. L'ispirazione ci coglie e noi sentiamo il bisogno urgente di scrivere. Purtroppo bisogna ammettere che non sempre è possibile mollare tutto per scrivere, ma questo è un altro discorso. 
E da dove viene l'ispirazione? 
Molti diranno "da dentro di noi" e io rispondo "certo che sì", ma cosa c'è dentro di noi da un punto di vista letterario, oltre a quello emotivo e alle esperienze personali? C'è quello che abbiamo letto, sin da bambini e poi da ragazzi e ora da adulti. La lettura è il nostro input, lo elaboriamo, lo confrontiamo con la nostra vita o con quella di chi ci sta vicino (e anche lontano), inventiamo nuovi personaggi e nuove storie e poi li lasciamo liberi di esprimersi su carta (o meglio dire al pc). Il nostro output, allargato, approfondito e arricchito delle nostre esperienze o delle esperienze che avremmo voluto vivere o addirittura di quelle che non vorremmo mai vivere. 
Per concludere, credo di aver allargato i miei orizzonti e, da un punto di vista letterario e da scribacchina che sono, penso che sia a tutti gli effetti una cosa buona. 
Ed è già tempo per la prossima sfida: riuscirò a entrare a far parte anche della prossima antologia della Delos Books, 365 Storie d'amore
Vedremo, io ovviamente spero di sì XD

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